PARTECIPATO INCONTRO CON LO PSICOLOGO SPORTIVO DOTT. MARCO BRANDI ORGANIZZATO DALLA ROBUR FAMILY

Sentito e partecipato incontro nel pomeriggio di giovedì 18 aprile presso il salone parrocchiale della chiesa Sacra Famiglia con il dott. Marco Brandi, psicologo sportivo. Un altro evento realizzato dalla Robur Family, a nome della Basket Academy, che vuol portare avanti la sua vocazione non solo sportiva ma anche educativa nei confronti di atleti e genitori, con questa iniziativa che rientra in questa visione. Il dott. Marco Brandi, da molti anni si dedica alla gestione dello stress e dei disturbi d’ansia: le sue aree di lavoro sono la psicologia clinica, la psicologia scolastica e la psicologia dello sport. Diversi i temi trattati davanti ad una folta, e attenta, platea (come tra gli altri la crescita attraverso lo sport, la gestione dello stress, la gestione dei ruoli, la costruzione della fiducia e della motivazione).

Lo sport rappresenta uno strumento di socializzazione e integrazione fondamentale per i giovani. Attraverso l’esperienza sportiva, i giovani possono superare l’insicurezza e il disorientamento, stabilendo connessioni significative e trovando modelli di comportamento positivi. È importante valorizzare il ruolo dello sport nella formazione dei giovani, offrendo loro opportunità di partecipazione e di sviluppo delle capacità sociali.

Affinché si possano realizzare delle sinergie efficaci tra i diversi adulti significativi e al fine di compiere un’integrazione tra contesti educativi diversi, è fondamentale che si costruisca una rete tra famiglia e società sportiva. La conoscenza e la condivisione reciproca dei principi e degli obiettivi educativi, nonché l’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo di crescita e sviluppo dei giovani, ciascuno nel proprio ruolo specifico, favoriscono la costruzione di una relazione educativa congiunta che mira al benessere psicosociale dei bambini e dei ragazzi.

Sicuramente il periodo covid è stato certamente fonte di stress, solitudine e inattività per ragazzi e ragazze, che hanno cambiato completamente il loro stile di vita: un crescente malessere emotivo e psicologico espresso da bambini e ragazzi in forme e intensità tra loro molto diverse: ansia, depressione, aggressività, disturbi alimentari e del sonno, dipendenza digitale, ritiro sociale, fino agli attacchi al corpo (tentati suicidi, atti di autolesionismo). Non stupisce quindi che la maggior parte di loro viva oggi lo sport principalmente come un’esigenza e una valvola di sfogo.

Tuttavia il malessere mentale ha certamente radici profonde, che non si risolvono “solo” con un po’ di movimento, ma lo sport e chi lo promuove possono aiutarli, se tutti ci decidiamo a mettere al primo posto il benessere e la salute vera dei ragazzi. Non il risultato, la vittoria, la classifica, ma lo stare insieme, in modo semplice. Lo sport serve a portare il sorriso sui volti dei suoi ragazzi, passando per le fatiche, le delusioni e pure tensioni in spogliatoio, ci mancherebbe; ma l’obiettivo è quello: la sensazione che abbiamo provato tutti, almeno una volta nella vita: sentirsi bene, aver giocato, riso, e magari pure vinto con un canestro allo scadere.

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